Ho deciso di inaugurare questo blog con un articolo che racconta del percorso che ho fatto, da ottobre 2018, per realizzare il mio sito.
È stato come un viaggio on the road in un paese sconosciuto. Sono partita con uno zaino molto leggero, un paio di scarpe da ginnastica e tanto fiato per camminare.
Strada facendo ho riempito lo zaino di strumenti che ho dovuto imparare a usare da zero. Per primo ho messo in spalla WordPress, poi un po’ di web design, insieme a marketing online e SEO. Per finire ho dovuto incastrare a forza, che ormai lo spazio era finito, tanta tanta pazienza.
Più camminavo e più prendevo il ritmo e il mio passo si faceva spedito e quasi saltellante. Ho avuto certi crampi che non sto a raccontarti, per cui volente o nolente ho dovuto prendermi anche qualche pausa.
Non posso dire di essere arrivata, questo è uno di quei viaggi in cui la meta non si raggiunge mai, sul proprio sito bisogna fare passeggiate quotidiane, ma posso dire che il percorso fatto finora mi ha resa davvero molto soddisfatta.
Le tappe del viaggio
La prima tappa è stata entrare in contatto con la mia identità professionale, una tappa decisiva che ha aperto la strada a tutte le altre.
La prima sfida è stata scoprire come raccontare, a te che stai leggendo, cos’è per me la psicologia, che psicologa sono oggi e come posso offrirti aiuto, supporto, competenza ed esperienza.
Ho dovuto imparare come comunicarti la passione che mi accompagna sin dai primi anni di formazione, come spiegarti la gioia e tutte le altre emozioni che accolgo quando mi confronto con questa professione.
La seconda tappa mi ha richiesto di imparare a superare il senso di urgenza.
Appena iniziato il viaggio provavo la sensazione di dover fare tutto e subito, perché per me non c’era abbastanza tempo, la situazione era urgente, appunto.
Il senso di urgenza è una “trappola mentale” molto comune che si presenta in vari momenti della vita, quando abbiamo qualcosa da organizzare, progettare e realizzare, ma quel qualcosa si sta definendo in quel momento e non ha spazi e tempi ben definiti.
La trappola sta nel sentire che quei tempi fumosi sono stringenti, immediati, forse già passati. Insomma ci si sente costantemente in ritardo e di fretta.
E allora subentra la nostra fisiologica reazione di ansia, che risponde al bisogno, percepito, di attivarsi immediatamente.
Per superare questa sfida mi ci è voluto qualcuno che dall’esterno mi guidasse nel trovare una strategia per rimettere in ordine, di priorità e tempi, le cose da fare.
La terza e penultima tappa è stata tollerare l’attesa.
L’attesa del risultato, l’attesa, contemporaneamente della fine e dell’inizio del progetto. Tollerare di superare un periodo in cui lavoravo su qualcosa di ancora indeterminato, indefinito e in continua evoluzione.
Proprio come accade in certi momenti di un percorso con uno psicologo. Quando si intraprende un lavoro su di sé può capitare che ad un certo punto si viva una specie di “stallo dinamico”.
Ci si sente fermi, sembra di non stare facendo nulla, e invece molte cose dentro di noi si muovono e ci stanno conducendo proprio là dove vogliamo andare.
Bisogna solo aspettare.
L’ultima tappa è quella che prevede di mostrarti il risultato del mio lavoro. Vado incontro a questa sfida con un enorme sorriso e spero che tu possa trovare accogliente, creativa e autentica la casa virtuale della mia professione.
Buona navigazione!